RESISTERE IN TEMPO DI CRISI

Mai quanto in questo momento credo sia importante affinare ” l’arte di accettare le sfide “.
PARLIAMO DI RESILIENZA
Pochi giorni fa ho letto un’ interessante intervista al professore e psicologo italo americano Philip Zimbardo, nella quale definisce un concetto che tutti noi affrontiamo di tanto in tanto, o abbiamo affrontato in passato, il cosiddetto “futuro negativo“. Con tale termine, vuole indicarci quella prospettiva temporale nella quale ci si sente ansiosi per un obiettivo, una imminente sfida o un progetto, e ci chiediamo se siamo in grado di farcela. Nell’articolo riporta come esempio quello di chi acquista titoli azionari e vive con forte ansia l’esito delle sue scelte finanziarie quindi vede il suo futuro colmo di preoccupazioni, paure e dubbi.
Penso non sia diverso per chi ha appena avviato una attivita’, chi sceglie di perseguire un ambizioso progetto, per chi ha ricevuto un nuovo incarico, o per chi si trova bloccato in uno specifico ruolo da tempo e desidera lanciarsi e cambiare, molte incognite e paure legate ad un imminente futuro, sono le medesime. In queste circostanze la visione ravvicinata del proprio personale futuro, e’ costellata di scelte da intraprendere, salite da affrontare, muri di ansia da abbattere ed ecco che ci ritorna o per i piu’ fortunati, si presenta per la primissima volta, questo concetto di “futuro negativo”. Il professore spiega come spesso la preoccupazione che molti hanno per il futuro, arriva ad essere talmente forte e subdola, da intaccare pesantemente il momento presente. E’ qui che troviamo la “profezia che si autorealizza”: tutto inizia con un pensiero che si fa costante e sempre più invadente e che finisce con il diventare la realtà.
Partendo dalle famose parole di Seneca, ricordiamoci che cosi’ come il lavoro irrobustisce il corpo, ecco che le difficolta’ possono essere affrontate come campi di battaglia in cui rafforzare la nostra mente e io aggiungo, i nostri talenti e perchè no, il nostro cuore. E’ in momenti come questi che arriva in nostro aiuto una dote innata, sviluppata in milioni di anni di evoluzione, che fa parte ormai dell’essere umano, e che si chiama Resilienza.
Essere resilienti significa innanzitutto essere una persona dinamica, elastica e propensa al cambiamento. Anche quando tutto questo ti spaventa, e non ti fa dormire, anche nei momenti di crisi, la resilienza si siede accanto a te e ti ricorda di restare pronto, vigile e attivo.
Non bloccarti o non allarmarti, ma continua a camminare verso il cambiamento con mente aperta e accogliente, un passo alla volta.
Più facile sicuramente a dirsi che a farsi, perchè è nella nostra natura umana, l’opzione dell’avere paura e dell’essere restii ai cambiamenti.
Come si puo’ quindi restare in equilibrio nonostante tutto? E per giunta in un momento storico come questo? Da dove cominciare?
Esistono numerose soluzioni:
È necessario innanzitutto avere un piano d’azione, una strategia o qualcuno che ci supporti nel metterla in pratica, il futuro arriva sempre, le cose cambiano e passano, meglio farsi trovare pronti per la prossima opportunità.
Inizia ad esempio ad immaginare il cambiamento che vuoi affrontare, suddividendolo in tante piccole tappe come fosse un viaggio, così, iniziando anche solo da un piccolo gesto, facendo un passo alla volta, non arriveranno le “onde alte” della paura a travolgerti all’improvviso. Ognuno di noi, come sostiene anche il professor Zimbardo, può diventare un “Eroe quotidiano”.
La resilienza, intesa anche come capacita’ di sopravvivere ai traumi, ci aiuta a costruire le nostre difese per affrontare le avversità, ma questo non basta. In un periodo delicato come quello che stiamo affrontando oggi, mi ritornano alla mente le parole dell’economista Jaques Attali che spronano all’uso della creatività sopratutto nei momenti di particolare congiuntura negativa.
Bisogna osservare la crisi stessa come un’opportunità per reinventarsi, sganciandosi da vecchi schemi e dall’immagine rigida che spesso si ha della propria persona, esercitando la flessibilità ed il pensiero laterale. Quando ci ricordiamo delle nostre risorse e capacità personali, sia quelle passate che quelle attuali, recuperiamo e consolidiamo il nostro equipaggiamento da eroi, per affrontare qualsiasi sfida senza il timore di perderlo lungo il viaggio. In ambito sportivo, gli atleti, ad esempio, hanno sempre una stanza speciale nella quale tengono custoditi i loro premi e i riconoscimenti delle gare vinte o delle vittorie conseguite, come ricordo indelebile del talento espresso e portato a compimento. Anche chi non pratica sport può avere il suo luogo speciale, per celebrare piccoli obiettivi raggiunti o una qualsiasi conquista personale che ha regalato soddisfazione e risultati, uno spazio dove custodire le proprie risorse, i propri tesori, attraverso un esercizio mentale, che in coaching chiamo:
la “stanza dei trofei”
Sarà successo certamente anche a te di affrontare un esame impegnativo, un colloquio, un incontro o un evento sfidante della tua vita, e di avercela fatta, di aver spinto il gas fino in fondo e di avere raggiunto e superato il traguardo.
Ricordi? Riesci ad immaginarlo nuovamente?
Bene, resta in quel momento di vittoria nonostante tutto e tutti, accedi alla tua “stanza dei trofei”, qui ci sei solo tu con tutti i tuoi talenti. La vita ti prepara sempre alle sfide successive.
I compiti a volte sembrano quasi più impegnativi o più difficili nella nostra mente…
In realtà, cambiano solo le circostanze, gli eventi, oppure gli attori coinvolti, ma nel tempo tu sei maturato, cresciuto, e diventato maggiormente consapevole dei tuoi punti di forza, delle tue risorse e delle tue capacità.
Ecco allora che guardandoti allo specchio vedrai in te un nuovo volto che ti guida e spinge ad affrontare a testa alta la sfida, pronto ad affrontare il cambiamento. Arriverai a cavalcare l’ onda che si infrange sul tuo cammino e che ti chiede un miglioramento costante, seguendo un flusso armonico e quasi naturale, come un abile surfista, che si diverte in mezzo all’oceano.
Questo flusso ti accompagna sempre, arriverà un’ altra onda impegnativa, ma sarai più allenato e forte di prima, e come diceva il resiliente Bodhi (interpretato da Patrick Swayze) nel celebre film “Point Break”:
“Ti basta sentire l’onda, assecondare la sua energia, sintonizzarti e poi lasciarti andare”
Tutti abbiamo sviluppato la resilienza, altrimenti non saremmo dove siamo ora. Talvolta abbiamo solo bisogno di ricordarlo o di tornare ad allenarci, oggi forse in modo differente, ma sempre con il medesimo obiettivo, arrivare a dire nuovamente:
Grazie a me! Anche questa sfida mi ha fatto crescere ed insegnato qualcosa di meraviglioso!
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